E-Space, la startup dietro la costellazione di 300000 satelliti del Rwanda, raccoglie 50 milioni di $
Devo essere sincero. A Settembre 2021, il Rwanda fece richiesta all’Unione Internazionale delle Telecomunicazioni (ITU) per ottenere “gli spazi” di banda per la gestione di due costellazioni dal totale di 327’230 satelliti. Considerando che il primo, e finora unico, satellite che lo stato africano ha messo in orbita è stato il cubesat RwaSat-1 nel 2019, non ho preso tale richiesta in maniera esattamente seria. L’annuncio di E-Space di lunedì, però, è stato occasione per ricredermi quanto meno sugli intenti. Forse in maniera minore sulla viabilità di realizzazione, ma una cosa la volta.
E-Space è una startup fondata da Greg Wyler, imprenditore ed ingegnere, nonché fondatore di O3b nel 2008 e di OneWeb nel 2012. Laddove O3b venne concepita come la soluzione per portare internet al terzo mondo (O3b sta per “Other 3 billions” ovvero quella fetta di popolazione mondiale senza alcuna possibilità di accesso alla rete ed alle sue risorse) e OneWeb come il mezzo per portare internet ovunque in tutto il mondo, E-Space fa un ulteriore passo avanti: creare una costellazione multifunzione, dalle comunicazioni alle reti, dai sistemi di comando e controllo al telerilevamento, che sia economica, sicura e facilmente accessibile da aziende e governi di tutto il mondo. Ma soprattutto, strutturata con una profonda attenzione al problema dei detriti spaziali. Sia tramite un processo di mitigazione preventiva (i satelliti saranno costruiti in modo da diminuire il rischio di collisioni, e in modo da poter essere facilmente e rapidamente dismessi in caso di guasto). Sia in maniera attiva (i satelliti saranno in grado di “catturare i detriti con cui entrano in contatto per prevenire ulteriori collisioni”).
Se vi sembra fantascienza non ve ne faccio una colpa. Ma se questa volta sto scrivendo questo articolo significa che c’è più di quel che sembra dalle promesse aziendali. Il round di finanziamento iniziale dell’azienda è definito dalla medesima come “il più grande round seed mai realizzato nella storia delle aziende di tecnologie spaziali”. Effettivamente si parla di 50 milioni di $ raccolti in un round capitanato da Prime Movers Lab, società di venture capital già investitrice in Momentus e Axiom.
Si tratta di un segnale quantomeno forte da parte degli investitori e che permette di guardare con ancora più interesse e curiosità al primo lancio, previsto per Marzo. Di questa missione Beta-1 non ci sono ulteriori informazioni, nemmeno su chi sia il provider scelto per il lancio. Entro l’anno, se tutto procederà secondo i piani, ci sarà anche una missione Beta-2. Per il prossimo anno si prevede l’inizio della produzione in massa (e internamente) della costellazione vera e propria.