Jared Isaacman annuncia un nuovo programma privato di volo umano nello spazio

Rappresentazione grafica dell'EVA durante la missione Polaris Dawn

Dopo il successo della prima missione in orbita di soli “civili”, Jared Isaacman ha ben pensato che ci sarebbero state altre missioni ed altri obbiettivi che un programma commerciale avrebbe potuto portare avanti per far progredire il volo spaziale umano, aiutando al contempo le persone sulla terra. Inspiration4 ha infatti dimostrato come, con le moderne tecnologie, sia possibile per chiunque intraprendere un viaggio nello spazio, raccogliendo nel frattempo 240 milioni di $ per il St. Jude Children’s Research Hospital.

Con il programma Polaris si alza ulteriormente l’asticella, prefigurando un massimo di tre missioni, che dovrebbero culminare con il primo volo con equipaggio a bordo della Starship.

La prima missione

Polaris Dawn è il nome della prima missione che, con grande sorpresa, potrebbe già avvenire alla fine di quest’anno, utilizzando nuovamente una Dragon Crew. La grande sorpresa è dovuta ad alcuni obbiettivi specifici di questa missione per la quale mancano ancora vari equipaggiamenti. Su tutti, quelli che spiccano maggiormente sono:

  • l’intenzione di volare ad un’altezza mai raggiunta da un equipaggio (se non in occasione dei voli verso la Luna), paragonando la missione a quelle del programma Gemini; questo significherebbe raggiungere, e superare, il record di 1374km raggiunto da Gemini 11 che perdura dal 1966;
  • la prima passeggiata spaziale commerciale, per la quale dovranno anche essere sviluppate delle tute EVA e un airlock (che non era mai stato previsto per le Dragon Crew); se queste due particolari tecnologie non fossero già incredibilmente complesse (la NASA sta rimandando da anni lo sviluppo di nuove tute EVA e si è concentrata direttamente su quelle per il programma Artemis) si consideri che SpaceX intende avere una unica tuta da utilizzare sia all’interno del velivolo (IVA) sia durante la permanenza nel vuoto all’esterno, e che l’airlock, in realtà, potrebbe non esserci proprio, esponendo di fatto tutto l’equipaggio al vuoto, nonostante sarà solo un membro ad uscire dalla Dragon. Chi sarà il fortunato ad avventurarsi in questa EVA non è, però, ancora stato deciso.

Verranno inoltre svolti un incredibile numero di esperimenti medici e scientifici nell’arco di massimo cinque giorni. Sarà anche effettuato il primo collegamento alla rete Starlink dallo spazio via laser, promettendo una migliore e più stabile connessione verso Terra.

La successiva missione, invece, non è ancora stata ben definita e dipenderà moltissimo dallo stato dello sviluppo delle Starship, nonché dai risultati della prima missione.

L’equipaggio

A parte Jared Isaacman, nuovamente nel ruolo di comandante della missione, il resto dell’equipaggio è nuovo, e sarà alla sua prima esperienza nello spazio, seppur, per certi versi, sia composto da veri esperti nel volo nello spazio.

Scott “Kidd” Poteet sarà il pilota della missione: è un tenente colonnello dell’aeronautica statunitense in pensione con oltre 400 ore di combattimento a supporto di varie operazioni in tutto il mondo. Più recentemente è stato anche il Direttore della Missione di Inspiration4.

Sarah Gillis, futura specialista di missione, è una Lead Space Operations Engineer della SpaceX, nonché sua responsabile alla supervisione del programma di addestramento degli astronauti. Ha preparato gli equipaggi delle missioni Demo-2, Crew-1 ed Inspiration4.

Anna Menon, seconda specialista di missione e medico di bordo, è anch’essa una Lead Space Operations Engineer della SpaceX, che gestisce, però, lo sviluppo delle operazioni dell’equipaggio, con esperienze sia come direttrice della missione che come comunicatrice dell’equipaggio.

Tutti hanno comunque già lavorato assieme a Jared per la missione Inspiration4, costituendo quindi un equipaggio fidato e già conosciuto per il comandante.

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