SpaceX chiude i rapporti con Spaceflight

Rappresentazione grafica di uno Sherpa-LTE di Spaceflight

Grazie alla giornalista di SpaceNews, Debra Werner, veniamo a sapere che SpaceX ha chiuso i rapporti con Spaceflight Inc in maniera improvvisa. L’azienda di Hawthorne ha inviato una mail al riguardo a tutti i propri clienti di missioni rideshare, avvertendo con un brevissimo preavviso la stessa Spaceflight.

Il Team Rideshare di SpaceX ha scritto:

“Per vostra informazione, non lanceremo né lavoreremo più con Spaceflight Industries dopo le missioni attualmente programmate. Non vediamo l’ora di lanciare in modo affidabile tutti i clienti attualmente a manifesto e di far crescere la nostra relazione con nuovi operatori”

Spaceflight ha cercato sin da subito di contattare SpaceX per capire le motivazioni alla base di questa scelta, e quale e se ci fosse spazio di manovra per ritrattare la questione. Purtroppo pare che l’azienda di Elon Musk non abbia risposto alle richieste di chiarimenti.

Gli unici momenti di attrito tra le due aziende possono essere riconducibili alle missioni Transporter-3 e 4, come descritto anche nel comunicato di Spaceflight. Prima del lancio della missione Transporter-3, è stata individuata una perdita a bordo dello Sherpa-LTC1. L’OTV, per timore di contaminazioni, non è stato lanciato e la causa della perdita è stata ricondotta al circuito dell’ossidante. Spaceflight si è subito messa all’opera insieme a Benchmark Space Systems, fornitrice del particolare incriminato, nel correggere il problema. La soluzione trovata ha soddisfatto SpaceX e l’OTV è stato riprogrammato per un’altra missione durante il 2022.

Nei preparativi per la missione Transporter-4, invece, SpaceX ha comunicato, il giorno della sua integrazione a bordo, che lo Sherpa-FX5 non avrebbe partecipato alla missione. La motivazione questa volta era correlata ai risultati dei test di alcuni satelliti a bordo dello Sherpa. Nonostante la prontezza di Spaceflight nel proporre alcune soluzioni SpaceX ha preferito rimandare, con l’intenzione di “comprendere meglio l’approccio ai test ed alle analisi”.

Purtroppo queste sono solo una possibile speculazione sulle motivazioni che hanno portato l’azienda di Hawthorne alla propria decisione e, a meno di dichiarazioni ufficiali di quest’ultima, difficilmente potremo dare una maggiore solidità a queste supposizioni.

Condividi questa notizia con chi vuoi