4 Novembre 2022 17:27 UTC – Catch Me If You Can
Rocket Lab ci ha riprovato venerdì pomeriggio. Dopo più di 6 mesi Peter Beck ha annunciato un nuovo tentativo di cattura di un primo stadio dell’Electron. La tecnica scelta dall’azienda neozelandese prevede l’utilizzo di un paracadute per rallentare la discesa del suo lanciatore. E in secondo luogo l’utilizzo di un elicottero Sikorsky S-92A per agganciarlo in volo. Si tratta del secondo tentativo che Rocket Lab ha effettuato sinora.
Nella precedente missione di maggio, There and Back Again, l’elicottero era riuscito brevemente a catturarlo. Salvo rilasciarlo pochi istanti dopo per una imprevista variazione di carico. Il primo stadio era stato comunque ripescato in mare in ottime condizioni da una nave di appoggio. Purtroppo anche in questa missione, chiamata Catch Me If You Can, il lanciatore è finito in mare. A causa dell’interruzione nella ricezione della telemetria dal primo stadio, l’azienda ha preferito non tentare il recupero, giudicandolo troppo pericoloso. Comunque, anche in questo caso, è stato recuperato dalla nave di appoggio.
L’attenzione di questo volo era completamente focalizzata su questo tentativo, ma per onestà va ricordato che questo era solamente un obbiettivo secondario. Decollato dal Rocket Lab Launch Complex 1 sulla penisola di Māhia, l’Electron aveva infatti il compito principale di portare in orbita eliosincrona un satellite dell’agenzia spaziale svedese (SNSA). Si tratta di Mesospheric Airglow/Aerosol Tomography and Spectroscopy (MATS), un satellite con il compito di studiare lo strato superiore dell’atmosfera terrestre e le sue interazioni con i modelli del vento e delle condizioni atmosferiche. Costruito da OHB Sweden, sarebbe dovuto volare a bordo di un lanciatore russo, ma a causa dell’aggressione russa all’Ucraina è stato dirottato verso la Rocket Lab.