19 Maggio 2022 22:54 UTC – Boe OFT-2

L'Atlas V N22 con lo Starliner in cima al decollo per la missione Boe OFT-2

Forse la maledizione degli Starliner è stata spezzata. La capsula sviluppata da Boeing per il Commercial Crew Program ha avuto una vita alquanto travagliata sinora. È stata sviluppata in parallelo alla Crew Dragon di SpaceX in modo da poter fornire un sistema ridondante di trasporto astronauti per gli Stati Uniti. E per molti anni ha letteralmente gareggiato alla pari con la Crew Dragon a chi avrebbe raggiunto per prima la ISS.

Ma poi sono sopraggiunti molti problemi, in un (lungo) periodo di continue brutte notizie per l’azienda americana. Restando in ambito spaziale, i primi test dello Starliner hanno evidenziato svariate criticità. A novembre 2019, durante il Pad Abort Test, 1 dei 3 paracadute non si aprì. Siccome il sistema di airbag riuscì a supportare comunque l’atterraggio, il test venne dichiarato completato con successo.

Il maggior numero di errori, però, vennero fuori circa un mese e mezzo dopo, durante il primo Orbital Flight Test (OFT). Dapprima un errore “all’orologio” del velivolo, il Mission Elapsed Timer (MET), non fece accedere i motori al momento giusto, sprecando poi gran parte del carburante solo per portarla in un’orbita stabile. E impedendo così la possibilità di raggiungere la Stazione Spaziale Internazionale. Non fu semplice nemmeno mantenere i collegamenti con la capsula, con frequenti momenti in cui il controllo missione si trovò impossibilitato a comunicare con lo Starliner. E fu quindi un vero miracolo scoprire in questa confusionaria situazione un grave bug di programmazione nelle operazioni di separazione del Modulo di Servizio (SM). Se gli ingegneri della Boeing non lo avessero corretto prima che iniziasse le operazioni di rientro, l’SM e la capsula sarebbero entrati in collisione, con la conseguente perdita dello Starliner.

Una volta atterrato correttamente, il velivolo venne ispezionato nella maniera più minuziosa possibile da un team congiunto di Boeing e NASA. Riscontrarono molte criticità più o meno gravi e che ci vollero quasi 2 anni di lavori, solo per riproporsi sulla rampa di lancio per un secondo Orbital Flight Test. Alla fine di Luglio 2021 l’Atlas V N22 con un nuovo Starliner in cima era pronto per tentare il lancio. Ma il rocambolesco attracco del modulo russo Nauka alla ISS fece rimandare il tentativo agli inizi di Agosto.

Tentativo che alla fine non andò mai in scena per la scoperta di 13 valvole del sistema di propulsione dell’SM che non funzionavano. E siccome nemmeno tornando al Vertical Integration Facility (VIF) fu possibile sbloccare tutte le valvole, Boeing ha passato i successivi 9 mesi a cercare la causa di questo ennesimo problema, e ovviamente a sistemarlo.

Si giunge infine al presente. Giovedì sera un Atlas V N22 è nuovamente allo Space Launch Complex 41 di Cape Canaveral. E finalmente lo Starliner può decollare, raggiungendo con successo l’orbita. E dopo 25 ore in volo è riuscito anche l’attracco alla ISS. Ma non è stato un completo viaggio di piacere.

2 dei 12 propulsori per le Manovre Orbitali e Controllo dell’Assetto (OMAC) non hanno funzionato correttamente oltre ad altri 2 propulsori del Reaction control system (RCS), un sublimatore non è stato molto reattivo inizialmente ed è stato necessario resettare il sistema di attracco della nave nelle fasi finali dell’avvicinamento. Considerando però che si tratta di un volo di test senza equipaggio, la nave si è comportata molto bene e, avendo moltissima ridondanza in tutti i sistemi, nessuno degli intoppi verificatosi ha realmente creato problemi per l’esito della missione. Una volta a terra, la ispezioneranno nuovamente a fondo e tutti questi nuovi malfunzionamenti potranno essere sistemati in via definitiva.

A bordo dello Starliner si trovano circa 230 kg di rifornimenti vari, per simulare il carico di una normale missione operativa. Rosie the Rocketeer, un manichino umanoide con svariati sensori, è tornata nuovamente a bordo, dopo aver partecipato anche al primo OFT. La nave resterà attraccata per i prossimi 4 giorni, con una partenza prevista per mercoledì 25 ed un conseguente atterraggio al White Sands Missile Range.

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