11 December 2022 17:40 UTC – Artemis I

Ammaraggio della capsula Orion al termine della missione Artemis I

La prima missione del programma Artemis si è conclusa lunedì pomeriggio nell’Oceano Pacifico, al largo della Bassa California. E per quanto saranno necessari numerose analisi, test e revisioni dei dati raccolti durante tutti e 25 i giorni della missione, già si può definire un grande successo. In più di 10 anni questo programma aveva raccolto astio, ritardi, insuccessi e flop mediatici. Come ho raccontato nell’articolo sulla sua partenza, anche sulla rampa di lancio l’SLS sembrava non voler brillare di una buona stella.

Una volta partito, però, tutto si è svolto in maniera estremamente tranquilla. La Orion e il suo Service Module “made in ESA” hanno performato in maniera eccellente. Pochi errori e davvero marginali, relegati più alla definizione di glitch che di problemi veri e propri. Le riprese e gli scatti mozzafiato hanno fatto volare i giorni in volo in orbita intorno alla Luna. Si è tornati a provare emozioni contrastanti solo al momento di dover effettivamente tornare sulla Terra.

Non per problemi di qualche genere, tutto l’hardware ha lavorato in maniera eccellente sino al termine della missione. Ma per una genuina ansia verso l’ignoto. Verso “ciò che non possiamo sapere perché ancora non conosciamo“. Alle 17:00 UTC Orion si è separata dal Service Module europeo. 20 minuti dopo inizia a scendere nell’atmosfera terrestre a 40’000 km/h. Gli ultimi 20 minuti sono vissuti con il cuore in gola e senza respirare nonostante la capsula continui a non sbagliare nulla e fare tutto secondo i piani. Solo all’ammaraggio tutti finalmente capiscono che non solo Artemis I è terminata, ma che non ci sono stati errori, problemi o contrattempi di alcun genere.

Anche il suo tuffo nell’oceano è stato pienamente nelle previsioni: si aspirava a rientrare entro 10 km dal dato obbiettivo e Orion è arrivata a 3,9 km, facilmente a portata della USS Portland che la attendeva. Oramai si guarda già ad Artemis II, stimata con grande ottimismo per il 2024. O quantomeno all’inizio del 2023, in cui dovrebbero essere annunciati gli astronauti scelti per la prossima missione.

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