Il Governo italiano firma per un modulo sulla futura stazione Axiom (?)
Non è certo un novità la splendida relazione commerciale che hanno le aziende italiane e Axiom Space. Thales Alenia a Torino sta costruendo il primo modulo della futura stazione spaziale commerciale e Dallara è interessata a concorrere per i prossimi. Ma lo stesso Governo italiano ha già intessuto ottimi rapporti con l’azienda di Houston. Il Colonnello dell’Aeronautica Militare Italiana Walter Villadei è diventato il primo astronauta internazionale di Axiom e, novità tra le tante annunciate, è già stato selezionato come riserva per la prossima missione AX-2.
Tuttavia mercoledì è arrivata una firma davvero importante (anche se non vincolante) tra Governo e Axiom, che potrebbe portare i rapporti tra pubblico e privato ad un livello ancora inedito per l’Europa. Il nostro Ministro per l’Innovazione tecnologica e la transizione digitale Vittorio Colao e il CEO dell’azienda americana Michael Suffredini hanno firmato un Memorandum d’Intesa (MoU) con molti punti salienti.
In primis verrà approfondita ulteriormente la collaborazione tra le due parti nella ricerca in microgravità in pressoché tutti i campi pensabili. Materiali avanzati, prodotti farmaceutici, produzione in orbita, sicurezza nello spazio, simulazioni, medicina aerospaziale, intelligenza artificiale e robotica. Uno spettro ampissimo di applicazioni in Bassa Orbita Terrestre (LEO) in cui l’Italia vuole mettere stabilmente i propri cervelli al lavoro. E con cui rafforzare la propria posizione nella prossima economia spaziale ivi locata.
Ma la proposta più interessante rappresenterebbe una vera svolta per il nostro paese. Sebbene dal lato italiano il comunicato ufficiale del Ministero sia un po’ vago parlando de
lo sviluppo di un modello di collaborazione pubblico privata per un’infrastruttura spaziale efficiente ed economica moderna integrata alla futura stazione spaziale di Axiom, che possa consentire la ricerca in microgravità e dare continuità agli sviluppi tecnologici e alle operazioni in orbita dopo la disattivazione della Stazione Spaziale Internazionale;
dal lato americano, nel comunicato di Axiom, l’intenzione delle due parti sembra molto più chiara:
Sebbene il MoU sia di natura esplorativa, le aree di cooperazione delineate nell’accordo includono la definizione reciproca dei requisiti dei potenziali utenti, nonché soluzioni tecnologiche e concept operativi per un modulo italiano che potrebbe essere successivamente sviluppato e integrato nella Stazione Spaziale Axiom.
Pur ribadendo il fatto che il MoU non è un contratto e si stia parlando ancora in via teorica, è a tutti gli effetti la prima firma del nostro Governo per un possibile modulo orbitale italiano. Storicamente il nostro paese è già la culla della stragrande maggioranza dei moduli abitativi prodotti attualmente in orbita. Gestirne uno proprio è, invece, una sfida che sole 4 nazioni al mondo hanno affrontato. Sarebbe una progetto con moltissime ramificazioni industriali nel nostro paese e una prima in Europa.