30 Marzo 2022 11:28 UTC – Soyuz MS-19

L'equipaggio della Soyuz MS-19 al ritorno

Dopo un ultimo mese alquanto caotico, con svariate “dicerie” e “voci” non ufficiali che profetizzavano problemi politici di tutti i generi, la Soyuz MS-19 è tornata a terra. Ed è tornato con il suo equipaggio completo, senza boicottaggi e senza sequestri. Nonostante la guerra in corso in Ucraina e la quasi completa cessazione dei rapporti diplomatici tra occidente e Russia, la collaborazione internazionale per la ISS è stata portata avanti con professionalità.

I russi Anton Shkaplerov, Pyotr Dubrov e l’americano Mark Vande Hei sono stati recuperati dal punto di atterraggio nella steppa kazaka, dopo un rientro durato circa 4 ore. L’astronauta americano è anche diventato il nuovo recordman di permanenza continua nello spazio, con 355 giorni spesi sulla Stazione Spaziale Internazionale.

La fine di questa missione risulta essere anche un momento topico dell’esplorazione umana, purtroppo in negativo. Il posto a bordo della Soyuz per Vande Hei era stato acquistato per la NASA come backup alle missioni SpaceX, visti i ritardi di Boeing. Per le successive missioni sulla nave russa non erano inizialmente previsti astronauti americani o europei.

Con una forte trattativa, durata mesi, Roscosmos e NASA si erano accordati per almeno due missioni in cui le due agenzie avrebbero condiviso un posto a bordo vicendevolmente. A settembre sulla SpaceX Crew-5 avrebbe trovato posto Anna Kikina, e in quasi contemporanea Francisco Rubio avrebbe viaggiato sulla Soyuz MS-22. Ora si attendono dichiarazioni ufficiali in merito, ma, ovviamente, non ci sono speranze enormi al momento. È difficile pensare questa possa essere la fine definitiva della condivisione dei lanci con equipaggio tra russi e americani. Per un periodo di tempo non definito (potenzialmente lungo) potrebbe essere, però, la dura realtà.

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