15 Marzo 2022 16:22 UTC – LV0009

Il Rocket 3.3 LV0009 sulla rampa di lancio a Kodiak, Alaska

Astra torna in Alaska, al Pacific Spaceport Complex di Kodiak, per un nuovo lancio ad alta inclinazione, nonché il primo, di una lunga serie, venduto all’azienda aggregatrice Spaceflight. E anche questa volta non si è trattato di una missione per cuori deboli.

In poco più di un mese gli ingegneri di Astra hanno trovato le cause del fallimento del LV0008, decollato da Cape Canaveral. E infatti il decollo del Rocket 3.3 ed il suo volo è stato nominale fino al rilascio dei satelliti a bordo. A quel punto la tensione ha incominciato a farsi più palpabile, in quanto, nonostante il segnale di rilascio dei satelliti non è stato possibile ottenere una conferma dai medesimi. Trovandosi fuori dal range di qualunque stazione a terra, tutti gli spettatori hanno dovuto attendere una quarantina di minuti. Il responso, però, è stato positivo: tutti i clienti hanno contattato i propri satelliti e la missione è stata dichiarata un successo.

A bordo si trovava il primo cubesat dello stato dell’Oregon, OreSat0, interamente costruito dagli studenti della Portland State University, e un banco prova per il futuro cubesat OreSat che si occuperà di ricerche climatiche sulla formazione dei cirri d’alta quota.

S4 Crossover è, invece, un prototipo di piattaforma di NearSpace Launch che resterà attaccata al secondo stadio. Sulla sua futura versione operativa potranno essere ospitati esperimenti e carichi terzi. In questo particolare caso si trovano installati solo i servizi che permettono alla piattaforma di operare: un trasmettitore Globalstar, un ricetrasmettitore Iridium e strumenti ambientali per la misurazione della radiazione e della densità del plasma a cui saranno esposti i carichi in futuro. Inoltre, pur restando connessa al secondo stadio, S4 Crossover è provvisto di pannelli solari che la rendono autonoma.

Infine, il manifesto di carico prevedeva un ulteriore satellite, del quale, però, non non si era a conoscenza né del nome, né dell’operatore. A distanza di qualche giorno, da terra sono stati rilevati molti più oggetti nell’orbita prevista per questa missione. Tramite Gunter Krebs, siamo riusciti ad avere una conferma da parte del CTO di Swarm Technologies che il “satellite misterioso” erano in realtà 20 picosatelliti SpaceBEEs (salvo il fatto che dopo qualche ora il tweet è stato cancellato). Questi vanno a raggiungere i numerosi altri gemelli che compongono una costellazione di satelliti relay e per comunicazioni bidirezionali.

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